INFERTILITA' E ALIMENTAZIONE: QUALE DIETA?

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità circa il 15% delle coppie nel mondo è infertile.
Per infertili o subfertili si intendono quelle coppie che non arrivano al concepimento dopo 12 mesi di rapporti liberi non protetti.

Il contributo maschile e femminile all’infertilità di coppia è pressoché identico, come visibile dai dati pubblicati dall’ l’Istituto Superiore della Sanità:
infertilità maschile: 35,5
infertilità femminile: 35,5%
infertilità maschile e femminile: 15%
infertilità idiopatica (cioè senza causa accertata) : 13,2%
altro: 1%

Le cause dell’infertilità sono numerose e di svariata natura. Sia per le femmine che per i maschi può essere attribuita a malformazioni anatomiche e funzionali dell’apparato riproduttivo, ad alterazioni ormonali, ad infezioni pregresse delle vie uro-genitali, ad alterazioni genetiche, a terapie farmacologiche (come la chemioterapia).

E’certo che il rischio di infertilità aumenta in relazione a fattori ambientali sfavorevoli, primi tra tutti alimentazione e stile di vita inadeguati. E’ dimostrato da tempo che il peso corporeo e lo stato nutrizionale sono strettamente correlati alla funzione riproduttiva.

Nell’ultimo decennio la comunità scientifica ha prestato molta attenzione al ruolo della dieta e dell’alimentazione nelle condizioni di infertilità, allo scopo di spiegare almeno in parte tutte quelle situazioni di infertilità classificate come idiopatiche, ovvero senza causa apparente, quando cioè tutte le indagini strumentali e di laboratorio risultano negative. La letteratura scientifica è esponenzialmente aumentata in riferimento a questo argomento e ora è possibile giungere a qualche osservazione molto interessante sul ruolo dell’alimentazione e della dieta sia nell’infertilità maschile che in quella femminile.

Per quanto riguarda il ruolo dell’alimentazione nell’ infertilità maschile, una dieta ricca in carboidrati complessi e fibre, così come in frutta e verdura è stata associata a una migliore qualità degli spermatozoi, forse anche per la ricchezza in antiossidanti che vengono apportati in questo modo. Un altro ruolo benefico nei confronti dell’infertilità infatti sembrerebbe essere svolto proprio dagli antiossidanti assunti con la dieta, grazie alla loro capacità di neutralizzare gli effetti dannosi dei radicali liberi. I radicali liberi prodotti dal nostro organismo possono danneggiare tutte le strutture che incontrano, compresi gli spermatozoi, in particolare le loro membrane cellulari e il patrimonio genetico in essi contenuti, favorendo l’insorgenza di alterazioni che possono impedire la fecondazione o il proseguimento della gravidanza una volta avvenuta la fecondazione. A supporto di questo dato è il risultato dell’analisi di 34 studi sul ruolo dell’alimentazione nell’infertilità da cui è emerso che gli uomini che fanno uso di antiossidanti orali hanno una percentuale maggiore di figli nati vivi, rispetto a chi non ne fa uso. L’uso di antiossidanti è stato associato anche ad un aumento significativo del tasso di gravidanza quando confrontato ai controlli. L’eccesso di radicali liberi è stato associato anche ad un’alterazione della mobilità degli spermatozoi stessi, riducendo la probabilità di fecondazione.            

Ulteriori indagini invece sono necessarie per spiegare il ruolo del consumo di formaggi grassi, non scremati, nell’infertilità maschile, poiché alcuni studi riportano una riduzione della motilità e un peggioramento della morfologia degli spermatozoi nei maschi consumano formaggi grassi con una frequenza elevata. Ma in questo senso gli studi sono contraddittori, alcuni avvallano questa ipotesi, altri la smentiscono. In assenza di risultati definitivi, penso che la cosa migliore da fare sia comunque consumare i formaggi più grassi con moderazione, visto il loro contributo in grassi saturi e l’effetto dannoso di questi ultimi sulla nostra salute.

Per quanto riguarda invece il ruolo dell’alimentazione nell’infertilità femminile la maggior parte degli effetti interessano l’ovulazione. Sostituire carboidrati con proteine animali risulta deleterio per l’ovulazione. L’aggiunta alla dieta abituale anche di una sola porzione di carne è stata correlata ad una probabilità del 32% in più di sviluppare infertilità ovulatoria, soprattutto se la carne è pollo o tacchino. La sostituzione dei carboidrati con proteine di origine vegetale, come quelle dei legumi, invece dimostra un ruolo protettivo nei confronti della fertilità femminile. Anche il consumo eccessivo di grassi trans (nei dolci confezionati, nelle margarine…) rispetto ai grassi monoinsaturi (come quelli contenuti nell’olio di oliva) è stato associato ad un aumento dell’infertilità femminile, dovuta ad una minore probabilità di ovulazione. Il rischio di disordini ovulatori aumenta del 73% rispetto ai controlli con un consumo adeguato di grassi trans. L’utilizzo di integratori multivitaminici ha un effetto benefico nella prevenzione dell’infertilità femminile, dimostrando un miglioramento degli eventi ovulatori nelle donne che consumano abitualmente integratori multivitaminici, probabilmente anche perché tali integratori contengono potenti antiossidanti, in particolare beta carotene, vitamina C ed E, il cui consumo è stato associato a un minor tempo per ottenere una gravidanza.

Il ruolo della dieta nelle condizioni di infertilità riguarda anche il controllo del peso. Alcuni studi hanno dimostrato che un aumento dell’indice di massa corporea nell’uomo correla con un riduzione della concentrazione degli spermatozoi, della loro motilità e con un aumento dei danni al DNA. In più l’obesità si associa anche a disturbi erettili, con conseguente difficoltà al rapporto sessuale e quindi al concepimento. D’altra parte però anche un indice di massa corporeo eccessivamente basso è stato associato a una riduzione del numero degli spermatozoi, probabilmente per lo stesso motivo per cui nella donne il ciclo mestruale scompare.
Anche nelle femmine in sovrappeso si evidenzia una maggiore difficoltà al concepimento. Il sovrappeso e l’obesità favoriscono i cicli anovulatori. Inoltre nelle donne obese si evidenzia anche una maggiore difficoltà a proseguire la gravidanza, una volta avvenuto l’impianto, con una percentuale di aborto precoce più alta.
Fortunatamente gli effetti dell’obesità sulla fertilità sono reversibili, così come possono essere reversibili gli effetti di un’eccessiva magrezza, che fa scomparire il ciclo mestruale nelle donne

Anche alcol e caffè assunti con la dieta possono contribuire all’infertilità maschile e femminile. Negli uomini il consumo abituale di elevate quantità di alcol è stato associato ad atrofia testicolare, riduzione del numero degli spermatozoi, della loro motilità ed anche ad alterazione della loro morfologia. Nelle donne invece è stato associato ad un aumento del tempo necessario per avere una gravidanza, ad una riduzione del tasso di impianto dell’uovo fecondato, ad un aumento di aborto spontaneo e addirittura di morte fetale, probabilmente a causa di alterazioni ormonali.
Allo stesso modo il consumo eccessivo di caffè ha un ruolo negativo sulla fertilità femminile, con un aumento del tempo necessario per ottenere una gravidanza, della percentuale di aborto spontaneo e morte fetale. Le donne che consumano più di 100 mg al giorno di caffè (100 mg sono circa una tazzina di caffè) hanno una maggiore probabilità di sperimentare un aborto spontaneo. La caffeina però non è contenuta solo nel caffè, ma in altri alimenti presenti nella nostra dieta, come cacao, thè, coca cola…per cui attenzione a non esagerare con questi alimenti se si sta cercando una gravidanza!

Un capitolo che approfondirò prossimamente a parte è l’effetto sulla fertilità maschile e femminile dei metalli pesanti, dei pesticidi e di altre sostanze chimiche che introduciamo con la dieta, dal momento che ci sono forti evidenze di un loro coinvolgimento in questo senso.

Per il momento il miglior consiglio alla luce di tutte queste considerazioni quando si cerca una gravidanza è controllare il peso entro valori di IMC (indice di massa corporeo) normali e assumere un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura, prediligendo quelle fresche e di stagione che conservano vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti; povera in grassi, sopratutto grassi saturi e trans; con un contenuto proteico adeguato ma non esagerato e con proteine di origine animale ridotte, insomma una dieta equilibrata così come dovrebbe essere per mantenere in generale lo stato di salute per ciascuno di noi.

 

 

Dove ricevo

Ricevo su appuntamento presso i seguenti studi:

Per approfondimenti:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3717046/