Svezzamento vegetariano? ECCO COME FARE!

Svezzamento vegetariano? SI' GRAZIE!

Secondo i dati Eurispes del 2011 quasi 5 milioni di italiani sono vegetariani e la tendenza è in aumento, sia per motivi etici, sia per motivi di salute. Numerosi studi scientifici infatti associano un’alimentazione troppo ricca in alimenti animali ad obesità e malattie gravi, per lo più cronico-degenerative, come patologie cardiovascolari, diabete e tumori. Proprio alla luce di questi dati gli esperti di nutrizione, che un tempo  raccomandavano di assumere le proteine dalle uova, il ferro dalla carne rossa e di usare latte intero a volontà, ora  suggeriscono un’alimentazione basata su cereali integrali, verdure a foglia verde, legumi, soia e frutta fresca, frutta secca e semi oleosi.

Nonostante questa rivoluzione in Italia non esistono ancora linee guida nazionali per una corretta e sana alimentazione vegetariana, così i quasi 5 milioni di vegetariani italiani faticano  a trovare un adeguato supporto alla loro scelta e trovano ancora più difficoltà quando decidono di alimentare i propri figli. Di fronte a un bambino aumenta il senso di responsabilità e mentre l’adulto può decidere di “sperimentare” il fai da te su se stesso, documentandosi nel modo più adeguato possibile tramite libri e articoli, lo stesso non si sente di farlo su un bambino, sul proprio figlio.

Lo svezzamento vegetariano è certamente uno dei  temi più delicati, che incontra ancora molte difficoltà. Ma lo svezzamento vegetariano ben pianificato è possibile e rappresenta un buon mezzo per prevenire fin dalla prima infanzia l’obesità pediatrica e la predisposizione a malattie su base metabolica. Recentemente i pediatri italiani hanno lanciato l’allarme che i bambini italiani già all’età di un anno sono obesi  e sovralimentati.

Allora ecco una piccola guida allo svezzamento vegetariano.

Come pianificare uno svezzamento vegetariano?

I principali rischi di  uno svezzamento vegetariano possono essere la carenza di vitamina B12, presente praticamente solo negli alimenti di origine animale, di calcio, di ferro e una ridotta qualità proteica. Anche se la vitamina D non è esclusivamente legata all'alimentazione, nello svezzamento vegetariano e anche nelle fasi successive della crescita bisogna monitorarla ed eventualmente integrarla, dopo avere consultato un esperto.  Una corretta pianificazione deve tenere conto di questi rischi.  Rischi che sono in parte ridotti dal fatto che la quasi totalità degli alimenti in commercio per i neonati sono integrati con ferro, calcio e vitamine del gruppo B.  Se si considera inoltre che lo svezzamento incomincia attorno ai 5 mesi e generalmente almeno per il primo anno di vita è accompagnato all’allattamento con latte materno o latte in formula, i rischi legati a carenze nutrizionali si riducono ulteriormente e ancor di più  si riducono se le mamme che allattano al seno hanno esse stese un’alimentazione adeguata. Infatti mentre la quantità di proteine, grassi , calcio,  ferro, sodio, zinco,magnesio, rame e fosforo nel latte materno non dipendono dalla dieta materna, la quantità di altri importanti vitamine e sali minerali sì.  Certamente la famosa vitamina B12 nel latte sembrerebbe dipendere dall’alimentazione materna. Non è ancora chiaro se la vitamina B12 immagazzinata nell’organismo materno come scorta passi nel latte durante l’allattamento, quindi in questa fase è fondamentale che la mamma vegetariana che allatta al seno consumi quotidianamente  una grande varietà e quantità di cibi fortificati con vitamina B12 (cereali, yogurt, latte, lievito nutrizionale…) o prenda un’integrazione giornaliera o settimanale, meglio se in formulazione sublinguale.  Il fabbisogno proteico viene invece soddisfatto combinando i cereali, che non contengono tutti gli aminoacidi della carne, assieme ai legumi, che compensano gli aminoacidi restanti.    

Dopo questa lunga premessa, passiamo all’alimentazione del bambino!

Ecco le principali fasi del divezzamento vegetariano.

A partire dal 5° mese normalmente si sostituisce, o almeno si prova a sostituire (non è sempre immediato per tutti i bimbi!),  un pasto a base di latte con il brodo vegetale, cucinato con carotezucchine e patate, con aggiunta di crema di CEREALI RAFFINATI SENZA GLUTINE, FORTIFICATI CON FERRO, CALCIO E VITAMINA B12  e un cucchiaino di olio extravergine di oliva. I cereali  (o pseudo cereali ) senza glutine sono riso, mais, tapioca, miglio, amaranto, grano saraceno, quinoa, manioca. Il brodo va rigorosamente filtrato, la fibra va introdotta con molta cautela, perché a questa età l’intestino del bambino non è ancora in grado di riceverla. Per lo stesso motivo meglio non dare cereali integrali fino al primo anno, meglio iniziare con quelli semintegrali dopo l’anno e non quotidianamente ma a giorni alterni.  

Intorno al 6° mese si cerca di rendere l’organizzazione dei  pasti il più simile  a quella degli adulti, e si sostituisce un altro pasto di latte  con la seconda pappa, normalmente la sera.  La seconda pappa si prepara allo stesso modo della prima pappa, con la differenza che adesso  è possibile alternare  alle creme senza glutine le CREME DI CEREALI CON GLUTINE, SEMPRE FORTIFICATE CON FERRO, CALCIO E VITAMINA B12 : semolino, avena, orzo, multicereali, ma anche fette biscottate sciolte nel brodo e la pastina nei formati più piccoli.  Dal sesto mese è possibile aggiungere alla pappa anche il  formaggino ipolipidico,  il parmigiano reggiano e grana padano e il tofu, quest’ultimo al naturale e ben schiacciato ed è buona norma iniziare ad aggiungere anche un cucchiaino di GERME DI GRANO, almeno una volta al giorno. Per favorire l’assorbimento del ferro e dello zinco contenuto nei cibi da adesso in poi è buona abitudine aggiungere qualche goccia di SUCCO DI LIMONE alla pappa. In generale questa raccomandazione è valida sempre, anche per l’adulto! 

A partire dal 7° mese il brodo può arricchirsi con ALTRE VERDURE DI STAGIONE, ritardando preferibilmente dopo l’anno spinaci, bieta e pomodori e finalmente vengono introdotti allo svezzamento vegetariano come fonte proteica i legumi e formaggi freschi

 

 

Per quanto riguarda i legumi, è bene iniziare con le lenticchie rosse decorticate, prive di buccia, facili da digerire. Dopo qualche giorno è possibile introdurre anche piselli, fagioli azuki, fagioli neri, ceci, lenticchie verdi e marroni, e dall'ottavo mese in poi gli altri legumi, compresa la soia.  I legumi devono essere rigorosamente tenuti a bagno almeno 12 ore, cambiano spesso l’acqua e quelli con buccia dopo la cottura devono essere passati, NON FRULLATI, per eliminare la buccia, di difficile digestione per il bambino. Per quanto riguarda i formaggi invece è meglio prediligere quelli freschi e molli, come crescenza, ricotta, fiocchi di latte, sia di vacca che di capra. In questo periodo (salvo allergie in famiglia) il bambino può iniziare a familiarizzare con altri alimenti che diventeranno caratteristici dell’alimentazione vegetariana nell’età adulta, in particolare i SEMI OLEAGINOSI  MACINATI E POLVERIZZATI O CREME A BASE DI SEMI OLEAGINOSI (lino, sesamo, papavero, girasole) e anche l’ OLIO DI LINO, per apportare calorie, proteine e grassi buoni.

 

 

Al 9° mese aumenta ulteriormente la gamma di alimenti proteici, essendo possibile consumare il tuorlo d’uovo bene cotto, e intorno al 10°/12° mese, se la dentizione lo permette , sarà divertente per il bambino assaggiare le prime pappe asciutte, con pastina e cereali in chicchi, dapprima condite con olio e parmigiano (in alternativa un cucchiaino di semi di sesamo polverizzati, ricchi in calcio), o con passata di pomodoro cotto, e poi via via diversificando, con  passato di legumi…). Finalmente a partire dall’anno vengono introdotti anche la FRUTTA SECCA MACINATA (noci, nocciole,mandorle..), il TEMPEH, il SEITAN e l’UOVO INTERO. Dopo l’anno l’alimentazione  è sempre più simile a quella dei genitori, che dovranno però evitare fritti, condimenti eccessivi, cibi piccanti e piatti molto elaborati.

Dopo l’anno il bambino può iniziare a bere anche il latte vaccino e il latte di soia, che non andrebbero dati prima. Prima dell’anno, intorno al sesto settimo mese si possono dare come merenda del mattino o del pomeriggio il latte di mandorla o di riso, che no devono mai essere intesi come sostituti dell’allattamento al seno o del latte in formula!

In generale nella pianificazione dello svezzamento vegetariano è importante sapere quali sono i rischi per il bambino e semplicemente prevenirli, utilizzando piccoli accorgimenti in cucina, ricorrendo il più possibile all’utilizzo di  prodotti arricchiti e se necessario,  perché no,  ricorrendo all’utilizzo di integratori di origine non animale (vegetale, algale o batterica), dopo il consulto con uno specialista delle nutrizione o con il pediatra!     MI RACCOMANDO A PARTE CARBOIDRATI, PROTEINE E GRASSI, SOPRATTUTTO IN ETA' PEDIATRICA SONO INDISPENSABILI NELLA GIUSTA CONCENTRAZIONE TANTI NUTRIENTI, COME GLI OMEGA 3 (CHE SONO SEMPRE GRASSI),  LA VITAMINA B12, VITAMINA D, CALCIO, FERRO, IODIO, ZINCO, E TANTI ALTRI, PER CUI E' IMPORTANTE EVITARE IL FAI DA TE E RIVOLGERSI SEMPRE ALL'ESPERTO CHE POSSA INTEGRARE AL BISOGNO QUELLO CHE DEVE ESSERE INTEGRATO! Perchè il fabbisogno di nutrienti dei bambini, soprattutto nella prima infanzia, è molto elevato e determinante per il normale sviluppo del bambino!       

Poche regole valide per tutti gli svezzamenti non solo per lo svezzamento vegetariano! 

  • Durante lo svezzamento il bambino e il suo organismo si devono abituare ai nuovi cibi, perciò è importante introdurre un alimento alla volta per verificare meglio la risposta del bambino, sia rispetto al gusto sia rispetto ad eventuali intolleranze o allergie  alimentari. gli alimenti nuovi uno alla volta, a distanza di 3-4 giorni, per verificare la comparsa di reazioni avverse (allergie, fastidi). In questo modo sarà più facile associare il disturbo al cibo responsabile.
  • Fino a quando lo sviluppo della dentizione non garantisca un’adeguata masticazione da parte del bambino i cibi solidi devono essere resi omogenei (frullati, centrifugati o macinati).      

 I consigli alimentari presenti nell’articolo non sono da intendersi sostitutivi di un piano alimentare personalizzato e sono da adattare ai casi specifici.    

 

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